Il 12 febbraio di quest’anno il borgo marinaro di Nerano e l’intero paese di Massa Lubrense si sono fermati a piangere il dolore assurdo e inconcepibile della perdita della piccola Luisa Lorena Caputo,  rapita al cielo a soli 12 anni da una forma fulminante di leucemia. Poco più di tre mesi dopo, il 25 maggio, questa stessa comunità si è riunita, commossa ma festosa, al Blu Mare Club alla Baia di Puolo per commemorare il proprio angelo nella gioia, nella musica, nella solidarietà.

“Da un grande dolore fiorisce un grande gesto d’amore che ci riporta di nuovo in Senegal per la costruzione a Bandoulou di una scuola dedicata alla piccola Luisa Lorena”, commenta Claudio Celentano, infaticabile responsabile, assieme ad Umberto Astarita, del gruppo sorrentino dell’ Associazione Amici di Tattaguine Penisola Sorrentina, e presente alla serata con i responsabili del gruppo di Positano, Giulia Palumbo ed Elia Saraceno. L’associazione ha fatto da tramite tra la scuola Bozzaotra, frequentata da Luisa Lorena, artefice della raccolta di solidarietà, e l’associazione di Roma Energia per i Diritti Umani, e si farà garante della costruzione della scuola a Bandoulou intitolata alla sfortunata bambina.

L’Istituto Comprensivo Bozzaotra di Massa Lubrense al completo, a partire dal Dirigente Scolastico, prof. Raffaele Russo, docenti, alunni, genitori e collaboratori, assieme ad amici, conoscenti, parenti o semplici cittadini, e ad ospiti illustri come il Sindaco della città, Lorenzo Balduccelli, che tra la commozione generale ha garantito una generosa donazione dell’amministrazione comunale da lui diretta a favore del progetto di solidarietà, il dottor Edoardo Calizza, vicepresidente dell’associazione Energia per i Diritti Umani e responsabile area educazione ed infanzia, il prof. Andrea Ballabio, direttore del laboratorio di ricerca di Pozzuoli della Fondazione Telethon, il popolare giornalista Luigi Necco, e persino l’ambasciatore del Senegal in Italia attraverso un accorato messaggio, hanno animato, nel ricordo della amatissima Luisa Lorena, una serata di beneficenza alla sua memoria, con canti e balli a cura di Academy Musical e Danza di Ida De Vivo e Valeria Esposito, e la proiezione della clip del cd originale a lei dedicato dai compagni di classe, il ricavato della cui vendita sarà destinato alla costruzione di una scuola  a Bandoulou, nel Senegal, che porterà il suo nome. Il bellissimo testo della canzone interpretata dai bambini, con parole semplici e su un ritornello accattivante che si deve al talento della docente di musica Bianca Martirani, esprime il grande testamento d’amore e speranza che questa morte prematura ha lasciato in chi ha avuto il dono, come me che ero il suo pediatra, di conoscere questa bambina speciale, dalla carnagione bronzata e i capelli ricciuti come la madre,  la dolcezza infinita, la bontà disarmante.

Ma può da un evento tristissimo nascere qualcosa di bello, si domanda la professoressa del Bozzaotre Luisa Esposito nel suo post su facebook?

E’ una domanda che ci facciamo tutti di fronte ad un improvvisa catastrofe che ci travolge, della quale non capiamo il senso e non accettiamo il perché. Ma trarre del bene dal male è la forza più grande che ha l’essere umano per non soccombere al dolore che lo travolge.

La morte di un bambino, di un figlio, è il colpo più crudele e inconcepibile che la vita può infliggere. I genitori precipitano nel dolore più indescrivibile e profondo che possa esistere, un dolore così incomparabile e devastante da definirsi “amputati” per sempre. La vita quotidiana diventa un fardello, il dolore occupa tutto lo spazio mentale e nulla offre consolazione reale. Non è vero che il dolore “si supera” col tempo, come si suole pensare. La morte di un figlio non è una malattia da cui si può guarire. Ci si convive, è diverso. Ci si abitua al dolore. Si costruisce una nuova vita in cui il dolore è una componente “normale”. In questo lungo, feroce viaggio, avere un progetto può aiutare ad elaborare l’immane lutto. A far sì che i ricordi non siano più lancinanti pugnalate nel cuore, ma carezze che il proprio caro continua a regalare all’anima. Disperazione, ansia, angoscia e depressione, lacerante nostalgia, senso di totale vuoto esistenziale, desiderio di morire, cupa tristezza, disaffezione alle cose e al lavoro, sensi di colpa e tormenti, rabbia e frustrazione, sensazione d’impazzire, forte esaurimento e malessere fisico, perdita del sonno e della fame, deriva emotiva, senso di isolamento e incomprensione, fallimento e negazione, sfiducia  e destabilizzazione, sono sentimenti normalissimi e comuni per un genitore che ha perso un figlio, ma lasciarsi andare non è il modo più giusto di onorare la memoria del nostro angelo. Non ci sono ricette contro il dolore più grande, ma il processo del lutto può essere reso un po’ più sopportabile se lo si riesce a condividere, se si arriva a credere che il proprio figlio è “partito” per un motivo che Dio conosce, se si ci convince che la miglior cosa che possiamo fare per onorare la sua memoria é dedicarsi agli altri, all’umanità sofferente.  E’ una via per non soccombere, per non chiudersi alla vita, per ricordare il figlio come merita, nell’amore e nel sorriso.

“Può una realtà incredibilmente triste trasformarsi in qualcosa di bello?”, diceva dunque Luisa Esposito. E’ lei stessa a trovare le parole più giuste per rispondere: “Forse no, ma grazie all’amore può certamente diventare alito di speranza e alba di un giorno in cui la luce degli occhi di una giovane ragazza diventa raggio di sole per chi l’ha amata e per chi trova gioia anche solo in un sorriso. Questi occhi e questo sorriso sono quelli di Luisa Lorena Caputo, una giovane alunna dell’Istituto Comprensivo “Bozzaotra” che nel mese di febbraio è diventata un angelo. Sconforto, dolore, senso di vuoto hanno investito familiari, parenti, amici e l’intero paese. Per esorcizzare i pensieri tristi dei suoi compagni di classe seconda D, la prof. di musica, M° Bianca Martirani, ha pensato di lasciare che gli amici di Luisa Lorena portassero le loro emozioni ed i loro ricordi in una canzone dedicata a lei. L’intensità del loro dolore ha trovato la sua espressione in versi e melodia”. E in un progetto di solidarietà che ha coinvolto un intero paese.

Carlo Alfaro

Fonte: http://telestreetarcobaleno.tv/ (26 maggio 2016)

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