Donne e i loro abiti colorati; bambini a scuola; bambini che ballano al ritmo cadenzato dei tamburi; bambini in strada; strade di sabbia; case iniziate e mai finite su strade di sabbia; artisti e operai; donne al lavoro; terra di tradizioni e alberi secolari; terra arida infeconda; terra che accoglie, avvince e stravolge lo straniero.
Quella che vedrete nella mostra è una selezione delle foto realizzate sul posto, attraverso le quali vorremmo raccontarvi il Senegal che abbiamo incontrato nel viaggio che lo scorso maggio ci ha portati a Pikine Est, per una prima missione conoscitiva nell’ambito del progetto di cooperazione internazionale che vede il Comune di Pino Torinese gemellato con il Comune senegalese di Pikine Est.
Pikine Est è una cittadina che sorge ai margini della capitale, Dakar. Popolazione di 30.000 abitanti, ma nessuno è sicuro di questo dato, che può variare anche di alcune decine di migliaia a seconda della fonte consultata; tre quarti di essa ha meno di 35 anni. La città si articola in strade parallele che tagliano la via principale, Tally Icotaf Road, l’unica in asfalto. In una di queste parallele si trova Keur Marietou, una grande casa rossa e verde, il centro culturale che raccoglie le iniziative di “Energia per i Diritti Umani”, la Onlus italiana partner del nostro progetto che da anni opera in Senegal e a Pikine. All’interno del centro, che è stata anche la nostra casa per il periodo di soggiorno, abbiamo avuto modo di conoscere la scuola materna, il piccolo atelier di cucito, gruppi di donne che si occupano della trasformazione dei cereali, della produzione di saponi e della tintura di stoffe, la piccola bottega dove vengono venduti questi prodotti e la biblioteca. Sulla strada principale si affacciano invece il Comune, per noi luogo di incontro con il Sindaco e con rappresentanti di associazioni locali, una piazza recentemente intitolata a Pino Torinese e la biblioteca comunale, realizzata anche grazie ai fondi del progetto di partenariato che ci vede coinvolti.
Il nostro viaggio ci ha poi portato 100 km nell’interno, nei villaggi di Sossop, Tataguine e Ndianendiane, dove “Energia per i Diritti Umani” ha i suoi progetti. Siamo stati ai villaggi per avere un’idea più ampia di questo Paese, non limitata solamente alla città di Pikine e conoscere un’altra faccia di Senegal, quella rurale, per provare a capire da dove provengono i molti migranti interni che affollano zone di periferia cittadina come Pikine.
Ulteriore tappa del nostro viaggio è stata l’Isola di Goree, di fronte al porto di Dakar, un posto meraviglioso, patrimonio dell’Unesco, imperdibile per chi si reca in questa parte del Senegal, tristemente nota per essere stata nei secoli passati luogo di raccolta di schiavi neri in attesa delle navi per l’America. Vedere la Maison des Eclaves, la Casa degli Schiavi a Goree, simbolo di un commercio iniquo che è durato tre secoli e ha svuotato l’Africa delle sue forze migliori, aiuta a comprendere le difficoltà di questo continente e di chi ci vive oggi.

Speriamo che le foto e le parole possano guidarvi, almeno in parte, all’incontro con questo complesso e variopinto mondo al cui ritmo ci è stato concesso di accostarci per qualche giorno.

LA MOSTRA “NO TU DU? (COME TI CHIAMI): SCATTI E RACCONTI DAL SENEGAL” SARA’ ESPOSTA FINO AL 22 OTTOBRE PRESSO LA BIBLIOTECA DEL CENTRO POLIFUNZIONALE DI PINO TORINESE.
Per info sugli orari di apertura: 011/8117336.