Armi. Un’occasione da perdere. Le armi leggere e il mercato italiano

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In media, sul prelievo fiscale di una famiglia italiana di 4 persone, circa 1.300 euro l’anno sono destinati a spese militari e quindi ad alimentare il grande e complesso mercato delle armi nel quale il nostro Paese è tra i primi dieci al mondo. Nel 2007 ha esportato ufficialmente in 71 paesi, ma naturalmente questi dati non tengono conto di tutto il volume di merci e affari, spesso legati al contrabbando, che rende i numeri ancora più grandi ed espressivi. Quello che si sa è che le armi leggere sono diventate il grande combustibile che alimenta genocidi e crimini contro l’umanità e che ogni giorno fa più di mille morti nelle principali metropoli del pianeta. Questo annuario dell’OPAL, oltre a riportare dati aggiornati su tale mercato e a fissare le responsabilità italiane in questo settore specifico del commercio internazionale, apre un dibattito che sempre più deve uscire dalla clandestinità e diventare pubblico: non solo per il volume di affari che muove e per i rapporti che crea, ma anche e soprattutto perché si riferisce al tipo di società e di mondo che si vuole o si cerca di costruire. Molto più che in altri settori dell’economia, è importante che su questo argomento ognuno esprima il suo parere e, con conoscenza di causa, possa dire quanto e come le armi devono trovare spazio nel mondo di oggi.

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