ASPIRANTE BANCARIA
Awa ha 22 anni e vive a Yeumbeul, alla periferia di Dakar. Si sta formando in ambito finanziario, con l’obiettivo di lavorare in banca. Ci ha raccontato la sua storia di sostegno a distanza con Energia.
Come sei entrata in contatto con Energia per i diritti umani?
Da bambina abitavo a Pikine e un giorno venne a casa la signora Aïssata, responsabile locale di Energia. Ci parlò della possibilità di un sostegno a distanza dall’Italia. La mia famiglia ed io ne fummo ben contenti e ci rendemmo disponibili per questo programma. Qualche tempo dopo ci avvisarono che io ero stata scelta per il progetto.
Che ruolo ha avuto il sostegno a distanza di Energia nella tua infanzia e adolescenza?
È stato fondamentale perché mi ha permesso di studiare e più in generale ci si è presi cura di me e della mia crescita. Non solo si potevano pagare le rette ed il materiale scolastico, ma anche le medicine quando ero malata. E poi non mancava lo spazio per il gioco e il divertimento. Di tanto in tanto, infatti, ricevevo dei bei regali. In buona sostanza, non mi mancava nulla. Dopo il diploma ho ricevuto una borsa di studio, senza la quale non avrei potuto continuare la mia formazione, visto che mio padre è ormai pensionato e non può pagare le rette.
Com’è il rapporto con il tuo sostenitore?
Siamo sempre rimasti in contatto, prima con le lettere e poi via internet. Ancora oggi, dopo tanti anni, ci aggiorniamo periodicamente sull’andamento dei miei studi.
Cosa fai in questo periodo e quali sono i tuoi piani per il futuro?
Sono al secondo anno di formazione in ambito bancario, finanziario e assicurativo. Il mio obiettivo era fare uno stage, ma la crisi coronavirus ha fermato tutto. Al momento continuo a seguire i corsi online, in attesa che la situazione migliori. La mia aspirazione è trovare un lavoro stabile e ben pagato, in modo tale da poter aiutare anche la mia famiglia.
Secondo te il modello del sostegno a distanza funziona bene?
Credo che sia una bella iniziativa, senza la quale molti bambini non potrebbero andare a scuola. In Senegal i genitori vogliono far studiare i figli, ma spesso non hanno i mezzi finanziari necessari. C’è un bel sentimento di gratitudine e amicizia verso chi ci supporta dall’Italia e ci apre la via verso nuove opportunità di crescita.